giovedì 6 giugno 2013

IL MARCHIO CARABINIERI IN VENDITA - CHIEDIAMO LA GARANZIA DEL MADE IN ITALY


Prosegue il piazzamento sul mercato dei “marchi” nazionali. 
Dopo "Marina Militare", "Aeronautica Militare" ed "Esercito Italiano" tocca ora ai nostri gloriosi "Carabinieri".

In linea di principio condivido in pieno la volontà di Difesa Spa di tutelare l’immagine e la proprietà dei suddetti marchi ( li chiamo “marchi” per parlare la stessa lingua che si sta utilizzando in questo caso anche se trovo oltraggioso definire “marchi” le nostre Forze Armate).  
Con la scusa di citare ed onorare un determinato stormo della nostra Aviazione, un Reparto dell'Esercito, un personaggio storico della nostra Marina o dell'Arma, in tanti, troppi, hanno speculato e si sono riempiti le tasche sulla pelle dei nostri soldati; ad evitare quindi dette speculazioni  è assolutamente corretto richiedere prima di tutto di passare attraverso una verifica ed una successiva autorizzazione per poter realizzare un qualsivoglia prodotto e assolutamente giusto esigere  che venga corrisposta una parte del guadagno come diritto d'autore a chi è depositario della nostra Cultura Storica, in questo caso lo Stato Italiano. 

Nel bando di concorso - ottimamente articolato in 21 pagine - si elenca una serie di caratteristiche che l’azienda richiedente deve possedere per poter aver accesso alla acquisizione e successivo sfruttamento del marchio; tra le altre cose  spiccano per la loro precisione il fatto che bisogna non essere nei guai dal punto di vista legale ( direi corretto ), che bisogna osservare le regole che prevengono il lavoro sommerso ( correttissimo ), che il prodotto deve essere di elevata qualità ( corretto, ma su che parametri ? Non si parla di fascia prezzi )  e che bisogna avere una montagna di soldi per poter accedere alla gara( direi meno corretto e vorrei dire spesso e volentieri  in contraddizione con i due primi punti ): insomma, per poter accedere al diritto di realizzare la maglia dei “Carabinieri” bisogna essere onesti  ed avere un giro d’affari che consenta di garantire un versamento minimo di diritti d’autore, quantificato in una cifra che io personalmente definisco, oltre che davvero elevata, anche un tantinino al di sopra delle reali possibilità del marchio.

Plaudendo cum gaudio quindi alla volontà di difesa Spa di avere a che fare con Aziende sane ed eticamente corrette e manifestando d’altra parte il mio dispiacere per una selezione poco democratica che favorisce chi ha i soldi, tagliando fuori di fatto ( ma… e l’anti trust contro l’esclusiva ? ) chi ha la passione e magari la cultura ed il talento per esprimere un buon prodotto, mi permetto di segnalare con una certa urgenza una carenza estremamente pericolosa del bando, una assenza che rischia di aprire le porte ad una incisiva compromissione della qualità del prodotto recante il marchio concesso in usufrutto, ma anche di che nuocere gravissimamente all’immagine dell’Arma da esso rappresentato: 

insomma, dove diavolo è finito l’obbligo che il prodotto sia “Made in Italy” ? 

Il bando, oltre che essere aperto anche ad aziende estere, non fa menzione all’obbligo del Made in Italy; questo significa che se supportata da soldi e garanzie ( ? ) una qualsiasi azienda, italiana o estera non fa differenza, potrebbe quindi essere posta nelle condizioni di diritto di produrre dove diavolo vuole e con pieno diritto il marchio "Carabinieri". 
E’ quindi davvero possibile – direi probabile – il fatto che anche questo storico Nome, che l’Italia così gloriosamente rappresenta, rischi di finire riprodotto in serie in qualche scantinato del Far East, rendendo davvero plausibile l’eventualità che tra qualche anno gli stessi Carabinieri si debbano confrontare, in una sorta di paradossale ed imbarazzante "conflitto di interessi" con un prodotto “originale”, legalmente prodotto con diritto di sfruttamento del marchio acquisito - e retribuito con royalties - ma realizzato da schiavi e contenente agenti tossici. 

Subendo quindi il fatto che il nome di una nostra parte di Storia venga mercificato, che il controllo di ciò finisca solo nelle mani di chi se lo può permettere, chiediamo però, con l'educazione e la compostezza dovute al senso civico ma con la fermezza del diritto che come Cittadini e Patrioti ci riconosciamo, che venga inserito nel bando di concorso l' inderogabile clausola dell’obbligo che il prodotto realizzato a nome “Carabinieri” venga realizzato da una Azienda Italiana, con sede nel nostro paese, e che soprattutto la produzione venga realizzata qui, in Italia, così che oltre, perché no, contribuire alla ripresa della nostra dissestata economia, questo business possa essere controllato e soggetto alle nostre normative di legge, in termini di legalità, di rispetto della dignità umana e di tutela della salute del lavoratore e dell’acquirente finale.

E’ un  atto dovuto, soprattutto nei confronti della dignità dell’Arma, primo custode del nostro tricolore, e di chi tutti i giorni mette in gioco la propria vita proprio per garantire la legalità in questo paese, la nostra amata, cara, Italia.

davide pizzolato

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