http://bit.ly/sciarpeatlantiche
Qualitá é proteggere, diffondere e tramandare.
Figure come quelle di Dante, Raffaello, Leonardo, Vivaldi e D’Annunzio
sono il vero e piú chiaro emblema del Made in Italy e sono l’esempio, il
parametro di riferimento unico e irrinunciabile al quale la qualitá di
un prodotto, sia esso un componimento, un dipinto o un paio di jeans,
realizzato nel nostro paese puó e deve avere il coraggio di ambire:
l’eccellenza.
É una responsabilitá quella che abbiamo, un impegno civile che in virtú di chi siamo descendenti siamo chiamati ad assolvere.
Noi siamo Dante, Raffaello, Leonardo, Vivaldi e D’Annunzio. Ne abbiamo
l’onore e l’onere, la responsabilitá, tutti siamo chiamati a difendere
ed a diffondere il vero Made in Italy che prima di tutto deve avere
quindi un valore umanistico ed etico. Non possiamo permettere che tutto
rimanga fermo, congelato o che peggio si perda “come lacrime nella
pioggia”.
Ecco perché Squadratlantica, che vive il Made in Italy come un figlio
vive la figura del padre, trova del tutto naturale realizzare in Italia
dei prodotti che “parlino” celebrandoli, dei grandi Italiani, iniziando
da Dante Alighieri, l’#ItalianoVolante che della lingua che oggi parliamo fu uno dei padri.
I am the master of my Fate: I am the captain of my Soul. (William Enest Henley - INVICTUS - 1875)
lunedì 26 ottobre 2015
QUALITÁ COME VALORE AGGIUNTO
http://bit.ly/maglioni
In tempi come questi piú che mai bisogna stare attenti a come si spende il proprio denaro. Investire sulla qualitá é il sistema piú intelligente per risparmiare, perché é un acquisto di scarsa qualitá che genera inevitabilmente il costo maggiore.
Ecco perché abbiamo realizzato i maglioni di Squadratlantica con l’obbiettivo di offrire oltre che un “oggetto del desiderio” anche un ottimo investimento; capi che, come giá nello standard di Squadratlantica, per le loro caratteristiche estetiche ma soprattutto per il rapporto qualitá/prezzo puntano ad ottenere la tua piena approvazione e soddisfazione ( oltre che quella sempre “comoda” di madri e compagne, solitamente addette ai compiti di giudizio estetico e manutenzione generale).
Questi sono i valori che a nostro parere fanno di un maglione Squadratlantica un ottimo investimento :
> “Questo non ce l’hai” é originale e parla della tua passione, é insomma “tuo”: non sei nella massa.
> É morbido e ti protegge dal freddo – specialmente ora, quando ancora in casa e negli uffici i riscaldamenti non sono ancora accesi. Occhio che te lo ruberá tua moglie.
> É particolare, ma non appariscente. Lo puoi portare in tutte le situazioni abbinandolo ai capi che giá hai: polo, camicie jeans o bastoncino, pantaloni jeans, chino o combat, scarpe eleganti o scarponcini. Va sotto il giubbotto di pelle, il piumino o un gliet imbottito. Abbinalo ad una bella sciarpa atlantica.
> É confortevole : ti avvolge e ci stai bene dentro. Ti siedi sul divano e ti leggi un bel libro.
> Tua moglie lo butta in lavatrice a 40 gradi con un goccio di ammorbidente ed é come nuovo: niente lavanderia, niente stiro. Si asciuga e lo metti.
Insomma: lo metterai spesso e a lungo risparmiando di fatto tempo e denaro che altrimenti dovresti destinate ad altri acquisti. Eccola la qualitá del prodotto, ecco perché un maglione Squadratlantica, oltre che un oggetto bello e piacevole da possedere é di fatto un investimento concreto.
Questo, é valore aggiunto.
In tempi come questi piú che mai bisogna stare attenti a come si spende il proprio denaro. Investire sulla qualitá é il sistema piú intelligente per risparmiare, perché é un acquisto di scarsa qualitá che genera inevitabilmente il costo maggiore.
Ecco perché abbiamo realizzato i maglioni di Squadratlantica con l’obbiettivo di offrire oltre che un “oggetto del desiderio” anche un ottimo investimento; capi che, come giá nello standard di Squadratlantica, per le loro caratteristiche estetiche ma soprattutto per il rapporto qualitá/prezzo puntano ad ottenere la tua piena approvazione e soddisfazione ( oltre che quella sempre “comoda” di madri e compagne, solitamente addette ai compiti di giudizio estetico e manutenzione generale).
Questi sono i valori che a nostro parere fanno di un maglione Squadratlantica un ottimo investimento :
> “Questo non ce l’hai” é originale e parla della tua passione, é insomma “tuo”: non sei nella massa.
> É morbido e ti protegge dal freddo – specialmente ora, quando ancora in casa e negli uffici i riscaldamenti non sono ancora accesi. Occhio che te lo ruberá tua moglie.
> É particolare, ma non appariscente. Lo puoi portare in tutte le situazioni abbinandolo ai capi che giá hai: polo, camicie jeans o bastoncino, pantaloni jeans, chino o combat, scarpe eleganti o scarponcini. Va sotto il giubbotto di pelle, il piumino o un gliet imbottito. Abbinalo ad una bella sciarpa atlantica.
> É confortevole : ti avvolge e ci stai bene dentro. Ti siedi sul divano e ti leggi un bel libro.
> Tua moglie lo butta in lavatrice a 40 gradi con un goccio di ammorbidente ed é come nuovo: niente lavanderia, niente stiro. Si asciuga e lo metti.
Insomma: lo metterai spesso e a lungo risparmiando di fatto tempo e denaro che altrimenti dovresti destinate ad altri acquisti. Eccola la qualitá del prodotto, ecco perché un maglione Squadratlantica, oltre che un oggetto bello e piacevole da possedere é di fatto un investimento concreto.
Questo, é valore aggiunto.
martedì 23 giugno 2015
Geregheghez - The history behind a Myth
GHEREGHEGHEZ: a tradition of
Italian aviation handed down uninterruptedly from the time of biplanes made of
tubes and canvas all the way to the supersonic jets of the 21st century. Born
on grass airfields as a rallying cry, we can still hear it today on modern
paved tracks as the greeting of all Italian aviators.
Squadratlantica, who celebrates
the most beautiful Italian air ventures with its high-quality products designed
in compliance with classic Italian style and strictly made in Italy, continues
this tradition with Gheregheghez, a
piece of clothing that belongs to the Italian Air Force history: the scarf.
Comfortable and elegant, in the past it
was worn with white canvas flying suits, then with Marus jackets, and today with anti-g suits.
Not just a
garment for men, Gheregheghez also
wants to remember all the women who wrote the history of the Italian “wings”.
Especially at present day, there is an increasing number of ladies in the ranks
of the Air Force as well as those in Civil Aviation.
To honor the men
and women who sacrificed themselves for our Aviation History, Squadratlantica dedicates Gheregheghez to the memory of the pilot
Captain Adriano Visconti and his
assistant Lieutenant Valerio Stefanini who
both passed away on April 29, 1945. An original portrait of the two comrades in
arms and an outline of the Macchi MC205
Veltro di Visconti fighter are enclosed with the scarf packaging.
GHEREGHEGHEZ : THE HISTORY BEHIND THE MYTH
By Igino Maria
Coggi
Inspired by World
War I voice salutes, Gheregheghez, Ghez!
was born as a war cry of the aviation fighters. It quickly spread through the
entire Regia Aeronautica and from
there it was passed onto the Air Force, which then would absorb values and traditions of the Regia
and the departments prior to it. Still today, we can hear it repeated aloud in
chorus three times at every gathering or event of the Air Force Stormi.
What does it
stand for? Some people say it’s the sound the first manual engines make, some
say it’s the burst of machine guns, and some say it’s the cry of the eagle. The
last thesis is the most validated because it is linked to the icon that best
represents aviation and aviators: the eagle. With its wings spread, it is the
universal symbol of the pilot, military or civilian. It also appears in our
aviator prayer when we ask God to "give us the wings of eagles, the eyes
of eagles, the claw of the eagles."
How was it born?
On May 7, 1923 the 1st terrestrial fighter formation (1° Stormo Caccia Terrestre) was created with command in Brescia and
flying groups in Aviano, Venaria Reale and Cinisello. It was the first organic
fighter department of the newly born Regia
Aeronautica (28 March 1923). According to tradition it’s within the 1° Stormo dell’ Arciere that Gheregheghez, Ghez! was created,
although there is a debate around the place where it was heard for the first
time which could be Cinisello or, according to other opinions, Campoformido at
the 76th Fighter Squadron of the 6th Group, one of three of the 1° Stormo.
What is certain
is that its creation dates back to the younger pilots of the department, the
rookies of the “Copper Family” (Famiglia
Rame) as they jokingly called themselves because of the little change they
had in their pockets. They were dissatisfied of the environment around them,
mainly routine work, just a few flights, arrogant elders and veterans, almost
nothing that could satisfy their passion for flying, the "engine"
that led them to enlist. Hence a movement to revolt with a pinch of carefree
spirit broke the silence. In the year 1924 at a department party, somebody from
the "Copper Family" made a cry, seemingly meaningless, in full voice.
A moment of shock, of surprise, then of acceptance. Since then Gheregheghez, Ghez! officially entered into
the 1° Stormo as a war cry. And whoever went to other departments brought it
along. In a short amount of time it was embraced by all the Regia Aeronautica and from there it was
passed onto the Air Force, which was born after the end of the war and the
establishment of the Italian Republic. With only two exceptions, one being the
4° Stormo, whose war cry “Al Lupo, Al
Lupo!” called to mind the 91st “Squadriglia degli Assi” of World War I. The
other one is the 15° Stormo, whose shout "Mammaiut,
aiut! Mammaiut, aiut! Mammaiut, aiut aiut aiut" was used on marine
patrols during World War II on the Cant-Z-501
flying boat aircraft which the crews named Mammajut.
These exceptions
aside the Gheregheghez, Ghez! is shouted
by all departments in our Air Force at every opportunity. Also guests are
invited to join in, but be careful though, any mistakes are made and it’s a
round of drinks for the whole Squadron.
Gheregheghez is a
Squadratlantica product, available at :
Gheregheghez - Genesi di un mito.
GHEREGHEGHEZ: una tradizione dell’Aviazione Italiana che si tramanda
ininterrottamente: dall’epoca dei biplani in tubi e tela agli aviogetti
supersonici del XXI secolo. Nato sui campi di volo in erba come grido di guerra,
ancora oggi, sulle moderne piste in asfalto, è il saluto di tutti gli aviatori
italiani.
Squadratlantica, che
attraverso i suoi prodotti di alta qualità disegnati nel rispetto del più
classico Italian Style e rigorosamente Made in Italy vuole ricordare le più
belle imprese dell’Ala Italiana, con GHEREGHEGHEZ si ricollega a questa
tradizione. E lo fa con un capo che appartiene anch’esso alla storia
dell’Aviazione Italiana: la sciarpa, comoda ed elegante, da sempre indossata da
chi vola, un tempo insieme alla bianca tuta di volo in tela, poi insieme ai
giubbotti Marus, oggi insieme alle combinazioni anti-g.
Un capo non soltanto
maschile. GHEREGHEGHEZ vuole anche ricordare che la storia dell’Ala Italiana
non l’hanno scritta solo uomini, ma anche le donne. E questo proprio ai giorni
nostri nei quali sempre più numerose sono le donne nei ranghi dell’Aeronautica
Militare come pure in quelli dell’Aviazione Civile.
A celebrare gli uomini
che si sacrificarono per la nostra Storia Aeronautica, Squadratlantica dedica
Gheregheghez alla memoria del pilota Capitano Adriano Visconti ed a quella del
Sottotenente Valerio Stefanini, suo aiutante, che con lui cadde il 29 Aprile
del 1945. Un ritratto originale dei due compagni d’armi ed il profilo del
caccia Macchi MC205 Veltro di Visconti sono allegati alla confezione della
sciarpa.
GHEREGHEGHEZ – GENESI DI UN MITO
di Igino Maria Coggi
Nacque come grido di
guerra dell’aviazione da caccia, prendendo lo spunto dai saluti alla voce della
Prima Guerra Mondiale. Poi ben presto si estese all’intera Regia Aeronautica e
da qui trasmesso all’Aeronautica Militare che della “Regia” e dei reparti ad
essa antecedenti assorbirà valori e tradizioni. Ancora oggi, ripetuto ad alta
voce, in coro, e per tre volte, lo sentiamo lanciare ad ogni riunione, ad ogni
manifestazione, negli Stormi dell’Aeronautica.
Cosa significa? Chi
vuole che esso richiami l’avviamento a mano dei primi motori, chi vuole che esso
richiami la raffica delle mitragliatrici, chi vuole che esso richiami il grido
dell’aquila. Tesi quest’ultima la più accreditata perché legata al volatile che
per eccellenza rappresenta l’aviazione e gli aviatori: l’aquila per l’appunto
che, ad ali spiegate, è in tutto il mondo il simbolo del pilota, militare o
civile che sia. E che, nella nostra Aeronautica, ritorna nella Preghiera
dell’Aviatore laddove si chiede a Dio «dacci le ali delle aquile, lo sguardo
delle aquile, l'artiglio delle aquile».
Come nasce? Il 7
maggio 1923, con comando a Brescia e Gruppi Volo ripartiti ad Aviano, Venaria Reale
e Cinisello, si costituisce il 1° Stormo Caccia Terrestre, primo reparto
organico da caccia dell’appena nata Regia Aeronautica (28 marzo 1923). Ed
proprio in seno al 1° Stormo, quello dell’”Arciere”, che la tradizione vuole
sia nato il Gheregheghez, Ghez! anche se è dibattuto il luogo ove esso fu udito
per la prima volta: Cinisello o, secondo altre tesi, Campoformido presso la 76ª
Squadriglia Caccia appartenente al 6° Gruppo, uno dei tre del 1° Stormo.
Quello che è certo è
che “l’invenzione” risalirebbe ai piloti più giovani del reparto, ai “pivelli” della
“Famiglia Rame” come scherzosamente si definivano per via dei pochi spiccioli
che circolavano nelle loro tasche. Giovani insoddisfatti dell’ambiente che li
circondava, solo routine, pochi voli, tanta sufficienza da parte degli
“anziani” e dei veterani, nulla o quasi che potesse soddisfare la loro passione
per il volo, il “motore” che li aveva spinti ad arruolarsi. Da qui un moto di
rivolta con un pizzico di spirito goliardico per rompere il silenzio. L’anno sarebbe
il 1924 ad una festa di reparto: un grido apparentemente senza senso lanciato a
piena voce da quelli della “Famiglia Rame”. Un momento di sgomento, di sorpresa
poi l’accettazione. Da quel momento il Gheregheghez, Ghez! entrava
ufficialmente nel 1° Stormo quale grido di guerra. E chi dal 1° Stormo transitò
ad altri reparti se lo portò appresso. In breve fu fatto proprio da tutta la
Regia Aeronautica e dalla “Regia” passò all’Aeronautica Militare nata dopo la
fine della guerra e la costituzione della Repubblica Italiana. Con due sole
eccezioni. Una è il 4° Stormo il cui grido di guerra è “Al Lupo, Al Lupo!” che
vorrebbe richiamarsi a quello della 91ª Squadriglia, la “Squadriglia degli
Assi”, della Prima Guerra Mondiale. L’altra è il 15° Stormo dove si grida
“Mammajut, ajut! Mammajut, ajut! Mammajut , ajut ajut ajut!” a ricordo di
quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, esso volava con l’idrovolante da
ricognizione marittima Cant-Z-501, una specie di barcone volante che i suoi
equipaggi avevano appunto soprannominato “Mammajut”.
Salvo queste eccezioni
il Gheregheghez, Ghez! lo si grida alla prima occasione in tutti i reparti
della nostra Aeronautica. E a gridarlo sono invitati, anzi obbligati, anche gli
ospiti. Con un’avvertenza, evitare accuratamente di sbagliarlo perché potrebbe
costare carissimo: una bevuta all’intero Stormo.
GHEREGHEGHEZ è un
articolo della collezione SQUADRATLANTICA, prodotto e distribuito da Veltro srl
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