GLI ARTISTI DEL VOLO
Da "L'epopea del Reparto Alta Velocità" - Manlio
Bendoni
pag. 141
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"Gia nel 1932 era stato fatto qualche tentativo di volo in
pattuglia di tre M52. Abbiamo visto quanto grandi fossero le difficoltà del
volo normale con un Idrocorsa che decollava ed ammarava a velocità superiore di
parecchio ai 200 Km orari; ma i velocisti di Desenzano avevano preso ormai una
mano tale a queste manovre difficili e delicate che per essi erano ormai
divenute normale amministrazione. Il volo in pattuglia, stretta di tre M52 con
tutte le manovre relative eseguite con precisione e simultaneità come si
trattasse di un solo apparecchio: era questa una nuova conquista, un nuovo
gradino che fa del volo una cosa sublime. Se un anno prima, nei primi tentativi
la pattuglia aveva le maglie piuttosto larghe, ora dopo qualche tentativo le
maglie erano strette, sempre più strette, come se gli idrocorsa fossero
divenuti dei normali caccia. Non si tardò a raggiungere la perfezione. Lo
spettacolo della partenza e dell’ammaraggio in pattuglia era veramente
meraviglioso: le tre coppie di scie identiche, le distanze che non variavano di
un centimetro, non un sussulto, non uno strappo, non un movimento brusco. Il
distacco era simultaneo, come se gli apparecchi ubbidissero ad un unico
comando; in volo le manovre, cabrate, virate, picchiate, proseguivano sul filo
della simultaneità assoluta, della precisione millimetrica. Poi l’ammaraggio
come se si trattasse di un unico apparecchio.
Chi scrive queste note ( Mario Bendoni n.d.r.) ebbe la
ventura di assistere, in quei giorni ad uno spettacolo che non si può
dimenticare : l’ammaraggio dei tre M52 in formazione serrata, ammaraggio
iniziato a 1.500 – 2.000 metri dallo scivolo dell’idroscalo e finito
esattamente sullo scivolo stesso.
Le scie, o meglio, i sei baffi d’acqua sollevati dai sei
galleggianti, cominciarono nello stesso istante, tutti uguali; continuarono
senza un sussulto senza uno strappo sempre mantenendo la stessa altezza per
smorzarsi quando vennero tolti i motori, a pochi metri dal scivolo. Si era nel
sovrumano del volo, nel sublime, oltre limiti ritenuti impossibili.
Chi erano i piloti di questa straordinaria pattuglia ?
Cassinelli capopattuglia, Agello gregario destro e Fruet gregario sinistro…"