martedì 23 giugno 2015

Gheregheghez - Genesi di un mito.


GHEREGHEGHEZ: una tradizione dell’Aviazione Italiana che si tramanda ininterrottamente: dall’epoca dei biplani in tubi e tela agli aviogetti supersonici del XXI secolo. Nato sui campi di volo in erba come grido di guerra, ancora oggi, sulle moderne piste in asfalto, è il saluto di tutti gli aviatori italiani.

Squadratlantica, che attraverso i suoi prodotti di alta qualità disegnati nel rispetto del più classico Italian Style e rigorosamente Made in Italy vuole ricordare le più belle imprese dell’Ala Italiana, con GHEREGHEGHEZ si ricollega a questa tradizione. E lo fa con un capo che appartiene anch’esso alla storia dell’Aviazione Italiana: la sciarpa, comoda ed elegante, da sempre indossata da chi vola, un tempo insieme alla bianca tuta di volo in tela, poi insieme ai giubbotti Marus, oggi insieme alle combinazioni anti-g.

Un capo non soltanto maschile. GHEREGHEGHEZ vuole anche ricordare che la storia dell’Ala Italiana non l’hanno scritta solo uomini, ma anche le donne. E questo proprio ai giorni nostri nei quali sempre più numerose sono le donne nei ranghi dell’Aeronautica Militare come pure in quelli dell’Aviazione Civile.

A celebrare gli uomini che si sacrificarono per la nostra Storia Aeronautica, Squadratlantica dedica Gheregheghez alla memoria del pilota Capitano Adriano Visconti ed a quella del Sottotenente Valerio Stefanini, suo aiutante, che con lui cadde il 29 Aprile del 1945. Un ritratto originale dei due compagni d’armi ed il profilo del caccia Macchi MC205 Veltro di Visconti sono allegati alla confezione della sciarpa.

GHEREGHEGHEZ – GENESI DI UN MITO
di Igino Maria Coggi



Nacque come grido di guerra dell’aviazione da caccia, prendendo lo spunto dai saluti alla voce della Prima Guerra Mondiale. Poi ben presto si estese all’intera Regia Aeronautica e da qui trasmesso all’Aeronautica Militare che della “Regia” e dei reparti ad essa antecedenti assorbirà valori e tradizioni. Ancora oggi, ripetuto ad alta voce, in coro, e per tre volte, lo sentiamo lanciare ad ogni riunione, ad ogni manifestazione, negli Stormi dell’Aeronautica.

Cosa significa? Chi vuole che esso richiami l’avviamento a mano dei primi motori, chi vuole che esso richiami la raffica delle mitragliatrici, chi vuole che esso richiami il grido dell’aquila. Tesi quest’ultima la più accreditata perché legata al volatile che per eccellenza rappresenta l’aviazione e gli aviatori: l’aquila per l’appunto che, ad ali spiegate, è in tutto il mondo il simbolo del pilota, militare o civile che sia. E che, nella nostra Aeronautica, ritorna nella Preghiera dell’Aviatore laddove si chiede a Dio «dacci le ali delle aquile, lo sguardo delle aquile, l'artiglio delle aquile».

Come nasce? Il 7 maggio 1923, con comando a Brescia e Gruppi Volo ripartiti ad Aviano, Venaria Reale e Cinisello, si costituisce il 1° Stormo Caccia Terrestre, primo reparto organico da caccia dell’appena nata Regia Aeronautica (28 marzo 1923). Ed proprio in seno al 1° Stormo, quello dell’”Arciere”, che la tradizione vuole sia nato il Gheregheghez, Ghez! anche se è dibattuto il luogo ove esso fu udito per la prima volta: Cinisello o, secondo altre tesi, Campoformido presso la 76ª Squadriglia Caccia appartenente al 6° Gruppo, uno dei tre del 1° Stormo.

Quello che è certo è che “l’invenzione” risalirebbe ai piloti più giovani del reparto, ai “pivelli” della “Famiglia Rame” come scherzosamente si definivano per via dei pochi spiccioli che circolavano nelle loro tasche. Giovani insoddisfatti dell’ambiente che li circondava, solo routine, pochi voli, tanta sufficienza da parte degli “anziani” e dei veterani, nulla o quasi che potesse soddisfare la loro passione per il volo, il “motore” che li aveva spinti ad arruolarsi. Da qui un moto di rivolta con un pizzico di spirito goliardico per rompere il silenzio. L’anno sarebbe il 1924 ad una festa di reparto: un grido apparentemente senza senso lanciato a piena voce da quelli della “Famiglia Rame”. Un momento di sgomento, di sorpresa poi l’accettazione. Da quel momento il Gheregheghez, Ghez! entrava ufficialmente nel 1° Stormo quale grido di guerra. E chi dal 1° Stormo transitò ad altri reparti se lo portò appresso. In breve fu fatto proprio da tutta la Regia Aeronautica e dalla “Regia” passò all’Aeronautica Militare nata dopo la fine della guerra e la costituzione della Repubblica Italiana. Con due sole eccezioni. Una è il 4° Stormo il cui grido di guerra è “Al Lupo, Al Lupo!” che vorrebbe richiamarsi a quello della 91ª Squadriglia, la “Squadriglia degli Assi”, della Prima Guerra Mondiale. L’altra è il 15° Stormo dove si grida “Mammajut, ajut! Mammajut, ajut! Mammajut , ajut ajut ajut!” a ricordo di quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, esso volava con l’idrovolante da ricognizione marittima Cant-Z-501, una specie di barcone volante che i suoi equipaggi avevano appunto soprannominato “Mammajut”.

Salvo queste eccezioni il Gheregheghez, Ghez! lo si grida alla prima occasione in tutti i reparti della nostra Aeronautica. E a gridarlo sono invitati, anzi obbligati, anche gli ospiti. Con un’avvertenza, evitare accuratamente di sbagliarlo perché potrebbe costare carissimo: una bevuta all’intero Stormo.



GHEREGHEGHEZ è un articolo della collezione SQUADRATLANTICA, prodotto e distribuito da Veltro srl


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